Isola del Giglio: una terra tra le onde della storia

Data:
Agosto 2, 2021
Orario:
11:00 am
Luogo:
Isola del Giglio (GR)
Itinerario con le guide di Narranatura all’Isola del Giglio per un viaggio indimenticabile in una delle perle dell’arcipelago toscano. Là dove la storia ha plasmato il carattere dei suoi abitanti che adattarono il paesaggio a loro: il Porto, il Castello e Campese (NB: la durata dell’itinerario Giglio è di 1 giorno, cumulabile però con l’itinerario di Giannutri).
L’isola prende il suo nome dalla parola greca Aigylion, poi latinizzata in Igilion, che significa “capra”. Già questo toponimo testimonia il lavoro e la dedizione al lavoro della terra e degli animali da parte dei suoi abitanti fin dai tempi più remoti.
Le guide ambientali escursionistiche di Narranatura guidano dentro un paesaggio di rocce lisce e sinuose come dune di sabbia. Accompagnano su falesie aspre che sembrano impossibili da abitare. E invece, il Giglio presenta anche nei suoi punti più difficili, gli incredibili resti del lavoro di trasformazione dell’ambiente. Per secoli e secoli questa dedizione a trasformare e adattare al proprio bisogno il territorio ha contribuito alla sopravvivenza degli abitanti di questa isola.
I boschi sono stati spesso attraversati da incendi (purtroppo anche di origine dolosa) su vette sferzate dai venti che sembrano arrivare davvero da ogni punto cardinale con la stessa violenza.
Questi sono gli elementi che definiscono un paesaggio difficile da domare. E anche per questo motivo, oltre che per le tristi vicende storiche che leggi qui di seguito, la durezza ha scolpito i tratti sociali dei gigliesi.
Resta la difficoltà di tessere relazioni di fiducia con chi viene da fuori, dal continente. Ma all’Isola del Giglio non bisogna dare niente di scontato. E un’amicizia, se nasce, vale il doppio!
Cosa fare e vedere
I sentieri all’Isola del Giglio sono molti e portano tutti in interessanti località: dalla collina, al bosco, alla prateria, alla costa rocciosa, alla spiaggia, dalla macchia degradata alla garitta, fino a strette valli fertili.
Il percorso che seguiremo (tutto a piedi per sentieri facili) è scelto a secondo delle caratteristiche del gruppo di escursionisti che seguono la guida ambientale.
Tra le possibili mète:
- il Giglio Castello (404 m s.l.m.), il Poggio della Pagana (500 m s.l.m.) fin verso la Punta del Capel Rosso, la punta più selvaggia dell’isola, scolpita dalle intemperie di mare e venti con il suo faro isolato puntato a Sud;
- i lidi delle Caldane, delle Cannelle e alle Arenelle, con fini rene granitiche frutto della millenaria azione erosiva dei torrenti che scorrono tra le rocce dei rilievi;
- le aree fresche con macchia alta a erica e corbezzolo, ricostituite in terreni offesi da incendi, fino al promontorio del Franco, unica unità geologica a prevalenza calcarea, e il Campese con resti di muri a secco (greppe) e qualche coltura inselvatichita testimone di una agricoltura perpetuata con fatica;
- un tuffo nelle acque gigliesi è d’obbligo, magari alla cala dell’Allume o in quelle di Pozzarello (vedi foto principale in alto).
Al ritorno la sera verso Giglio Porto, il nostro sguardo ammaliato va sempre allo scoglio del Faraglione e alla sua leggenda che si narra tra amore e passione.
La nostra permanenza all’Isola del Giglio
La partenza per l’itinerario di Narranatura all’Isola del Giglio è da Porto Santo Stefano. Se compreso nel calendario di itinerari in programma, anche l’itinerario a Giannutri parte da Porto Santo Stefano.
Per unire i due itinerari Narranatura, Giannutri e Giglio, usufruendo di una tariffa scontata del 20% è sufficiente fare richiesta specifica all’organizzatore Museo della Narrazione – APS specificando il numero di persone preciso (necessario per prenotare i biglietti delle navi MareGiglio e/o Toremar per le due isole) e preoccuparsi o affidare il servizio al MUNAR per il pernottamento a Porto Santo Stefano o nelle vicinanze.
Eventuale cena e pernottamento non sono compresi nel prezzo dei due itinerari descritti qui.
Le onde della storia all’Isola del Giglio

Al Museo di Antropologia di Firenze e in quello Civico di Grosseto sono conservati reperti che testimoniano la presenza di comunità umane al Giglio già dall’età della pietra. Gli Etruschi e poi i Romani sfruttarono le risorse di granito e i giacimenti di pirite. Per vivere si allevavano pesci in piscine e, grazie a tubi di piombo, si portava l’acqua fino alle prime costruzioni un po’ più distanti dalla costa.
Emanuele Repetti scriveva nel Dizionario geografico fisico storico della Toscana (ca. 1835): “Le notizie relative alla storia civile e politica dell’Isola del Giglio sono scarsissime anzi che no…”.
D’altra parte il poeta Rutilio Namaziano descrive la generosa ospitalità offerta dai Gigliesi ai Romani quando nel 410 Goti oltraggiarono l’Urbe. L’occasione di rendersi utile fu unica perché era nota come questi invasori che scendevano dai territori germanici orientali, fossero restii ad attraversare il mare o imbarcarsi in missioni o battaglie che comprendessero le navi.
E così dal poeta sappiamo anche che le terre montuose del Giglio erano coperte da una fitta selva: boschi che caratterizzavano, dunque, l’aspetto dell’isola in modo molto diverso da come ci appare oggi il paesaggio gigliese.
L’autorità temporale ed ecclesiastica del monastero SS. Vincenzo e Anastasio dispose la permanenza dei Romani al Giglio come a Giannutri. Così, la Signoria delle Tre Fontane dominò l’isola di proprietà degli Aldobrandeschi.
Quando i Pisani, anche grazie a un accordo con il Sultano di Tunisi, presero il controllo economico e politico sul Tirreno il Giglio conobbe la dominazione della loro Repubblica marinara che portò a costruzione del Castello.
La difesa del Giglio
Dalle scorrerie dei pirati barbareschi, l’Isola del Giglio tentò di difendersi più volte nel corso dei secoli rifugiandosi sempre dentro il suo Castello. Nel 1544, però, Khayr al-Din (detto Ariadeno il Barbarossa) conquistò, uccise o deportò tutti gli abitanti dell’isola.
Gli abitanti di oggi sono dunque i discendenti di poco più di quaranta famiglie di origine senese. Con la protezione della famiglia de’ Medici e riedificando le antiche fortificazioni pisane, questi nuovi abitanti gigliesi portarono avanti un disegno complesso di rinascita.
Dalla metà del 19° secolo, poi, si insediarono anche famiglie ligure e napoletane dando il via a un incremento demografico importante. Le attività economiche comprendevano l’agricoltura, oltre alla pesca (anche quella del corallo) e la caccia. Per questa ragione il territorio fu modificato in modo profondo.
La coltivazione della vite si spinse fino sulle coste a picco sul mare, gli allevamenti di pecore, capre e maiali dominarono le aree più povere. L’asino fu il mezzo più usato per i collegamenti tra zone e gli spostamenti di merci fino ai porti almeno fino agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso.
N.B: l’escursione, se non in casi del tutto speciali (come la Festa di narranatura) ha luogo solo se il numero di iscritti risulta maggiore di otto (8) come dalle Regole e termini di utilizzo nei servizi turistici Narranatura.
Il biglietto non comprende i costi per i trasporti (il biglietto sulla nave traghetto Toremar o MareGiglio costa circa 30,00 € A/R), pranzo, eventuale pernottamento e spese accessorie in zona di città o mare.
NB: per la tappa successiva in occasione della Festa di Narranatura, il pernottamento è garantito solo con prenotazione e sistemazione al Camping Baia del Sole (Campese), per cui si prega ogni partecipante di richiedere disponibilità prima della partenza. Infine, la permanenza all’Isola del Giglio è volutamente stata lasciata aperta nella sua data di chiusura (preventivamente definita tre giorni dopo l’arrivo).